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La Cina investe in start up create e gestite da imprenditori italiani


Nato per attrarre investitori innovativi extra europei verso l'Italia, il programma governativo Italia Start Up Visa, prevede un iter semplificato per l'ottenimento di un visto di ingresso, e successivamente di un permesso di residenza, per il richiedente extraeuropeo pronto ad investire almeno 50.000 Euro nella creazione di una start up innovativa in Italia.

L'Italia è da sempre terra di idee innovative, di inventori, di eccellenza. Negli ultimi anni, il sistema Paese in merito a innovazione sembra essere stato minato dalla contrazione del credito bancario dovuto alla crisi economica, e dai numerosi fattori economico-politici noti alle cronache.

La scelta di dedicare una procedura semplificata agli investitori stranieri per creare start up innovative in Italia sembrerebbe a un primo sguardo discriminante nei confronti delle tante imprese innovative italiane. In realtà invece, i dati pubblicati dal Ministero dello Sviluppo Economico al Dicembre 2016, mostrano come su 95 beneficiari del programma, in possesso di tale visto, ben 19 sono investitori che hanno indicato l'intenzione di investire in una start up innovativa italiana già esistente, possibilità consentita dal programma. Di questi 19 imprenditori ben 11 sono cinesi (originariamente in 14 hanno effettuato questo tipo di richiesta). Il totale delle richieste ricevute da imprenditori cinesi è di 20. I dati quindi confermano quanto immaginavamo riguardo la tendenza del mercato cinese che si caratterizza per l'alto numero di investitori che credono in progetti già in atto e desiderano investire in Italia su progetti già esistenti, piuttosto che costituire le proprie aziende a totale controllo cinese.

Il trend è in forte crescita: 18 richieste ricevute nel 2014, 44 nel 2015, 99 nel 2016.

Horizon Solutions Consultants focalizza la propria attenzione sul mercato cinese e lavora per veicolare investitori cinesi in Italia. L'azienda, esperta in mediazione Europa - Cina, ritiene fondamentale inquadrare il trend cinese riguardo gli investimenti in Start Up, in un'ottica più ampia. Start Up Visa non è solo un veicolo di investimento in Italia per microimprese innovative. In prima istanza, va considerato che ogni imprenditore straniero in Italia, genera una richiesta di servizi specifici verso il settore terziario: contabilità, gestione di impresa, consulenza, progettazione. Ma è anche importante considerare che, soprattutto nel caso dei cinesi, permeati da una cultura aziendale che mira all'investimento a lungo termine e all'espansione costante sul territorio, una start up innovativa può costituire il primo approdo per considerare le potenzialità del mercato italiano per un investimento cinese che sia di maggiore entità. La Cina non manca di capitali e di investitori. Investire in una start up innovativa in Italia, agli occhi di un investitore cinese, può essere un primo esperimento per verificare le potenzialità del nostro Paese che spesso si presenta come una fucina di idee e culla di eccellenza, ma al contempo come Paese rischioso, dagli alti costi gestionali e dalla complessa burocrazia. Leggiamo quindi la scelta degli imprenditori cinesi di investire su start up innovative già costituite da italiani, come un primo passo, un tentativo per approfondire le potenzialità dell'Italia e in un secondo momento investire sulla stessa azienda capitali più ingenti. Esperienze di microimpresa da non sottovalutare.

Cerchiamo allora di comprendere insieme, come invogliare investitori cinesi ad investire in una start up italiana già costituita, nel quadro del programma governativo Start Up Italia.

In primo luogo la start up in questione deve effettivamente essere innovativa, ovvero configurarsi come la società di capitali, costituita anche in forma cooperativa, di diritto italiano ovvero una Societas Europaea, residente in Italia ai sensi dell'articolo 73 del decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, le cui azioni o quote rappresentative del capitale sociale non sono quotate su un mercato regolamentato o su un sistema multilaterale di negoziazione, che possiede i seguenti requisiti:

a) essere operativa da meno di quattro anni;

b) avere la sede principale in Italia;

c) avere meno di 5 milioni di euro di fatturato;

d) non distribuire utili;

e) avere come business esclusivo o prevalente l’innovazione tecnologica;

f) non essere stata costituita da una fusione, scissione societaria o a seguito di cessione di azienda o di ramo di azienda;

g) soddisfare almeno uno dei seguenti ulteriori criteri:

a. almeno il 15% delle proprie spese è in attività di Ricerca & Sviluppo (R&S);

b. il team è composto o almeno per un terzo da dottorandi o dottori di ricerca o da personale che ha svolto attività di ricerca per almeno tre anni, oppure almeno per due terzi da detentori di laurea magistrale;

c. è proprietaria, depositaria o licenziataria di un brevetto, di una privativa industriale o di un software originario registrato presso la SIAE.

Esiste pertanto una sezione speciale del Registro delle Imprese dedicata alle Start Up Innovative.

In questo panorama, il ruolo di Horizon è di selezionare opportunità di investimento in Italia che incontrino le richieste dei propri clienti. Quindi, quali clienti cinesi possono essere interessati a investire e in quale tipo di Start Up Innovative italiane?

Nel 2015 la spesa della Cina in Ricerca e Sviluppo è superiore a quella europea e pari al 2% del suo PIL. I campi di sviluppo maggiormente incentivati sono stati le tecnologie dell’informazione, le nanotecnologie, lo sviluppo di software per le analisi e di software per le simulazioni, le tecnologie per lo sviluppo delle fonti rinnovabili di energia. Parallelamente le imprese pubbliche e private cinesi, investono risorse in ricerca e sviluppo seguendo il percorso tracciato dal piano economico della Repubblica Popolare Cinese.

E' logico quindi pensare che un imprenditore cinese selezionerà start up innovative italiane attive nei sopracitati settori. Inoltre un investitore cinese ha gioco facile nell'importare tale tecnologia e ricerca nel proprio Paese, ponendo quindi i risultati di un investimento in Italia, immediatamente a confronto con il principale mercato mondiale.

Oltre a presentare un'idea vincente, la Start Up Italiana che vuole attrarre investitori cinesi, deve presentare un business plan credibile, e un management adeguato. Le principali paure dei cinesi nel relazionarsi all'italia sono proprio management, diritto del lavoro, contabilità e fiscalità, burocratizzazione del sistema.

La nostra esperienza nell'approccio all'investitore cinese ci dice che l'imprenditore cinese è predisposto all'investimento, e non ha particolari problemi liquidità ma non vuole entrare in logiche che esulano da quelle imprenditoriali e commerciali. Non vuole in poche parole gestire una azienda, ma limitare il proprio ruolo ad investitore. Quindi è indispensabile che la Start Up Innovativa italiana sia gestita da un team di persone italiane, accorte e consapevoli delle peculiarità della gestione di una impresa nel nostro Paese. Inserire in una proposta di investimento e in un business plan dettagliate informazioni e pianificazioni di costi correlate ad una analisi finanziaria accurata e consapevole del sistema fiscale italiano, è una prova indispensabile da superare per tranquillizzare un investitore cinese, spesso troppo pragmatico e repentino nelle proprie decisioni, per indole e per abitudine.

Horizon offre quindi supporto alle start up innovative che vogliono ricercare investitori cinesi ed è disponibile a mettere a disposizione la propria esperienza per un primo vaglio di tali progetti.

Per inviare la propria richiesta ad Horizon basta seguire il link: www.hscglobal.co.uk/contattaci


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